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Il forno a vapore

I questo articolo affrontiamo un argomento che desta molto interesse negli ultimi anni:
Il forno a vapore

Il forno a vapore permette di cucinare in maniera sana ed equilibrata. Questo tipo di cottura , mantiene inalterate le proprietà nutritive dei cibi, i cibi riescono infatti a conservare gran parte delle loro proprietà nutrizionali, tra vitamine, proteine e sali minerali. Ma non è solo questo il punto di forza della cottura a vapore: si possono ottenere risultati per tantissime tipologie di pietanze e ricette, con risultati migliori, più professionali.

A differenza della cottura in pentola che non consente di personalizzare più di tanto la metodologia di cottura, restringendo le alternative al solo lessare, il forno, invece, consente di impostare le temperatura e le modalità di cottura, spaziando tra la cottura vera e propria, la doratura, lo scongelamento e così via. La cottura a vapore consente di cuocere i cibi senza che questi entrino in contatto con l’acqua, come avviene, invece durante la bollitura; il vapore, inoltre, non raggiunge mai i 100°(a meno che esso non sia stato impostato per toccare tale temperatura).

 

Come funziona

 

Il funzionamento del forno a vapore avviene mediante la vaporizzazione dell’acqua che, solitamente, è contenuta in serbatoi laterali, integrati alla struttura stessa del forno.
Il vapore viene generato da una piccola caldaia, la quale deve essere periodicamente pulita e decalcificata, mediante prodotti adatti con base di limone o aceto.
I forni a vapore consentono di regolare la quantità di vapore da impiegare, in base alla tipologia di alimento da cuocere.

Le temperature raggiunte da un forno a vapore sono differenti e variano in base alla funzione che si utilizza.  Infatti, se si predilige la cottura con solo vapore, i gradi possono andare da 30° a 100°/120° C; quando, invece, si combinano entrambi le metodologie di cottura, ovvero quella a vapore e quella termo ventilata, allora le temperature possono raggiungere persino i 250° C.

forno a vapore

 

La cottura a vapore, in combinazione con le tecniche termo ventilate, permette di raggiungere quindi livelli molto alti di cottura, poiché il vapore viene diffuso in maniera uniforme, garantendo, così una notevole qualità di cibo, un risparmio di tempo e di energia, rispetto alla cottura classica.
Il forno a vapore consente quindi di combinare insieme i sistemi di cottura tradizionale ,ovvero quella termo ventilata, con quella a vapore.
Sì può sempre passare da un metodo all’altro di cottura: in qualsiasi momento è possibile decidere quale metodologia eseguire.

 

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Una tipologia di forno a vapore compatto con serbatoio laterale

 

Due tipologie di forno a vapore

 

E’ utile differenziare il concetto di cottura a vapore dalla cottura con aggiunta di umidità, infatti mentre nel primo caso il vano del forno è saturo di vapore e dunque l’alimento viene lessato, nel secondo caso si tratta di aggiungere una percentuale variabile di umidità al calore secco, ossia alla funzione più classica, per intenderci.
I forni che consentono di cuocere a vapore, presentano quindi due tipologie di funzionamento:
modelli che consentono di sfruttare solamente il vapore, prodotto da un generatore autonomo all’esterno della camera di cottura. Con questi forni è possibile la cottura di cibi quali patate, carne, impasti o verdure in foglia, in quanto, è possibile regolare la temperatura del vapore con precisione anche sulle basse temperature.
modelli che aggiungono vapore, spruzzato da particolari iniettori, all’interno degli elementi riscaldanti del vano cottura, viene nebulizzato uniformemente all’interno del forno;vengono impiegati per la cottura di cibi che richiedono una temperatura che superi i 100° C, dunque risultanomolto aggressive se, ad esempio, si decide di cuocere verdure.

Miele forno multifunzione

Electrolux Combisteam acqua - Copia

 

 

Quali cibi cibi possono essere cotti con il forno a vapore? quali sono le azioni possibili con un forno a vapore?

 

forno a vapore

Il forno a vapore consente la cottura di cibi umidi, come il pesce e la carne, tuttavia, questa tecnica permette anche di cuocere e dorare in superficie altre tipologie di pietanze, come nel caso del pane, pizze e focacce, per le quali l’umidità è un elemento fondamentale per la lievitazione. In pratica, i cibi umidi vengono cotti mediante il solo vapore, mentre per tutte le altre tipologie di pietanze, è necessario affiancare, a questo metodo di cottura, anche i gettiti di aria calda.Il forno a vapore consente di cucinare senza l’aggiunta di grassi e condimenti, ma esso viene impiegato anche per scongelare o riscaldare le pietanze disidratate.Il forno a vapore, inoltre, consente di cucinare un totale risparmio energetico, oltre che di tempo. la modalità a vapore consente una cottura a temperature medio-basse, impiegando un tempo moto ridotto di circa il 20%, rispetto ad un comune e tradizionale forno termo ventilato.


Il forno a vapore consente di cucinare più pietanze contemporaneamente, senza mescolare i sapori e gli odori di ogni singola portata e consente anche di rigenerare i cibi, riportandoli alla loro originaria morbidezza come quando appena cotti, utilizzando la giusta combinazione di vapore ed aria calda ed evitando che i nutrienti vengano distrutti.

Per quanto riguarda la pulizia è importante controllare periodicamente la quantità di calcare che si forma e rimuoverla regolarmente, mediante l’impiego di prodotti naturali e spugnette idonee, o con i classici detergenti per la pulizia del forno.

Il prezzo di un forno a vapore può variare dai 1000 ai 3000€.

 

 

                      Pietanze e cottura a vapore: tanti vantaggi

La carne: mai stata così succulenta
Molti potrebbero esclamare ‘anche a me l’arrosto viene benissimo’ , ed è sicuramente vero, eppure poiché per legge fisica il calore richiama acqua, se nel forno non è presente una percentuale costante di umidità, questa verrà ‘assorbita’ dall’alimento, prosciugandone i liquidi naturalmente contenuti e riducendone quindi il peso finale! L’arrosto o il roastbeef resteranno più succosi dentro e più dorati fuori.
Lasagne e timballi: croccanti e filanti grazie al vapore
Che la lasagna venisse bene anche alle nostre nonne è un dato di fatto. E’ pur vero che avvalendosi di una piccola percentuale di umidità durante la cottura sarà più semplice per chiunque sfornare teglie fumanti, croccanti e filanti! Sapete il perché? Il cuore della pietanza verrà continuamente ‘idratato’ dal tocco di vapore, mentre fuori sarà agevolata la doratura proprio grazie all’azione del calore.
Il pesce fresco: l’acqua vien dal mare…
Per cucinare il pesce un metodo diffuso per mantenerlo tenero e sugoso è quello di avvolgerlo in un foglio di alluminio oppure chiudere la pirofila con la pellicola. Ma non basta! Solo grazie a un’elevata aggiunta di umidità si evita che evapori la saporita acqua naturalmente contenuta nella polpa, che poi è la chiave della bontà finale del piatto.

Verdure lessate o gratinate?
La scelta è semplice; se si vogliono verdure lessate in maniera delicata evitando la dispersione di sali minerali, oligo elementi e proprietà nutrizionali (come accade nella cottura a immersione), è sufficiente sistemarle sulla teglia infornare con la funzione a vapore et voilà: lesse sì, ma super gustose. Al contrario se si prepara un gratin di patate meglio la cottura combinata con aggiunta di umidità del forno: l’aria calda pensa alla gratinatura e il vapore alle patate, mica male!
Soufflé e dolci lievitati: mica vorrai aprire il forno?
Una delle prime cose che si impara in cucina da bambini è quella di non aprire il forno se dentro c’è una torta! Con il forno giusto questo dubbio amletico ‘apro o non apro’, non sarà più un problema perché penserà lui a coccolare il vostro dessert attraverso una dose di umidità attentamente scelta in base alla ricetta che agevolerà la lievitazione, eviterà di asciugare l’interno o far bruciacchiare la superficie.

Pizze e focacce sì, ma con gli alveoli!
Alcuni lo sanno già, perché un impasto possa definirsi ben riuscito servono alcuni (indispensabili) accorgimenti. Primo fra tutti la lievitazione. Con un forno all’avanguardia è possibile far lievitare l’impasto direttamente nel vano cottura con un apposito programma che sceglie temperatura e percentuale di umidità e li mantiene costanti per uno sviluppo ottimale della pasta.
Fragranti come dal fornaio nel forno combinato a vapore
Dopo la lievitazione gli impasti vanno anche cotti! Anche in questo caso esiste un programma preimpostato che sceglie la corretta modalità di cottura per pizze e focacce e la percentuale di umidità più idonea che agevola il rigonfiamento dell’impasto. Una volta sfornate saranno soffici e ‘bucherellate’ dentro (alveoli) e belle croccanti fuori.
Budini e crème brulée sì, ma che noia il bagnomaria!
E’ vero, il metodo di cottura in forno a bagnomaria non è molto pratico anche perché se l’acqua nella teglia comincia a bollire addio risultato! Con il forno combinato a vapore invece non serve far nulla. Si infornano gli stampini e con il programma giusto il risultato sarà semplicemente straordinario: in questo caso verrà immesso vapore a 85°C; temperatura di ‘comfort’ perché pastorizza le uova ma non le strapazza!
Sottovuoto che innovazione!
Diciamocelo, la cucina casalinga è da sempre la più amata dagli italiani ma questo non significa che non si possano imparare metodi di cottura nuovi e utilissimi!Ad esempio la cottura sottovuoto: si sigilla l’alimento nell’apposito sacchetto, si inforna con il programma corretto (tranquilli ci pensa il forno) e ci si gode un risultato sorprendente nel sapore e nella consistenza. Per esempio per il filetto di salmone che è estremamente delicato la cottura avverrà a 75°C, in pratica come una carezza. Invece per la crema inglese sottovuoto la temperatura scelta dal forno sarà di circa 82°C. Certo che avete capito bene e viene pure squisita! Ah! La cottura sottovuoto è l’ideale anche per cucinare i gamberi.

Scaldare ma non seccare
Grazie al forno che combina aria calda a una percentuale di umidità potrete riscaldare ogni tipo di alimento senza seccarlo né disidratarlo, in pratica diventerà come nuovo!
Se a tutto ciò aggiungiamo che:
In cottura non servirà più aprire continuamente il forno per aggiungere liquidi all’arrosto o controllare che non secchi la lasagna, con un conseguente risparmio energetico notevole.
I tempi di cottura si accorceranno perché il vapore ha un calore più penetrante e arriva prima al cuore dell’alimento.
I programmi preimpostati aiutano a usare questa tecnica di cottura ancora poco conosciuta.
Perché non farlo diventare anche il tuo ingrediente segreto?

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : elisa@dinalemario.com

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Cucina: I pensili a giorno

 

 

In questo articolo vediamo come valorizzare il progetto di una cucina attraverso l’ utilizzo di elementi a giorno, ovvero pensili aperti, mensole, e altre soluzioni.
A volte però può essere utile lasciare dello spazio per fini compositivi o per valorizzare degli elementi speciali, o ancora, utilizzare degli elementi a giorno.
In questo articolo, vi voglio far vedere alcune soluzioni interessanti pescando dal catalogo Scavolini per ottenere attraverso questi elementi, interessanti risultati.

 

ELEMENTI A GIORNO

Nel progetto di una cucina viene spesso considerata la capienza un fattore importante, e a ragione: non sempre gli spazi da dedicare alla cucina sono generosi, e le cose da riporre sono sempre molte. Se gli spazi a disposizione non ci consentono per esempio di ipotizzare una cucina con molte colonne e senza pensili, o con giochi di volumi,  ma dobbiamo sfruttare al meglio ogni singolo centimetro,  possiamo rendere personale la nostra cucina e allo stesso tempo alleggerire esteticamente dei volumi compatti con l’ utilizzo di elementi a giorno.
Gli elementi a giorno sono meno funzionali dei normali pensili per certi aspetti, in quanto essendo aperti espongono gli oggetti a luce e polvere, ma sono un’ ottimo mezzo per caratterizzare e dare personalità al progetto della nostra cucina senza dover sacrificare spazio, anzi utilizzarlo per libri o altri oggetti esteticamente piacevoli. Esistono diversi tipi di elementi a giorno e il loro essere diversi consente l’ uso di altri materiali in maniera più disinvolta e caratterizzante.

 

Nella seguente selezione di immagini tratte dal vastissimo catalogo Scavolini, vediamo diverse tipologie di elementi a giorno e come il loro utilizzo contribuisca a caratterizzare in modo diverso una cucina.

 

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In queste due cucine l’insieme dei pensili hanno un forte sviluppo orrizzontale: gli elementi a giorno  creano un certo interesse visivo. Viene mantenuta però la componente fortemente orrizzontale, gli elementi a giorno infatti non interferiscono sulla lettura orrizzontale d’ insieme, anzi la rafforzano, e allo stesso tempo la rendono più interessante.

 

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In questo caso i volumi  traslati creano un senso di movimento: l’ occhio si sposta da un volume all’ altro. Gli elementi a giorno contribuiscono a questo effetto caratterizzando i due blocchi di pensili.

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In questa composizione la scelta di una lunga linea di pensili a giorno dall’ altezza ridotta, accentuano al massimo lo sviluppo orizzontale della cucina ma evitano un effetto statico grazie al posizionamento traslato dei pensili rispetto alle basi

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Un effetto interessante non dato tanto dal movimento ma dall’ utilizzo di diversi colori per gli elementi a giorno

 

 

Con pensili alti si può scegliere di creare vari disegni in quanto l’ altezza ci permette di usare la modularità dei pensili anche verticalmente. Vediamo alcuni esempi

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In questo caso si ottengono contemporaneamente diversi effetti: gli elementi a giorno fanno da cornice ad un pensile creando un centro che attiri l’ attenzione. A differenza degli altri pensili, lo  sviluppo  orizzontale, permette un cambio nel senso di lettura.Se non ci fossero elementi a giorno la cucina risulterebbe decisamente monotona…

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In questa cucina è stato dedicato molto spazio agli elementi a giorno: la leggerezza dei vani aperti  equilibria  il peso visivo dei pensili scuri. Se in un ambiente poi, scarseggiano le pareti per librerie, questa è un’ ottima soluzione: i pensili chiusi sono proporzionati alla dimensione della cucina, ma la superficie della parete viene utilizzata fino al soffitto.

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In questo caso è stato scelto di enfatizzare la verticalità dei pensili, con un elemento a giorno in metallo stretto e a tutta altezza

 

 

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Elementi a giorno verticali e orrizzontali definiscono con più vigore la scelta di usare due colori per le ante dei pensili

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Una composizione decisamente libera e dinamica: sono molti i motivi di interesse: diverse dimensioni, diversi colori, posizionamento che crea un perimetro irregolare e crea un piacevole senso di incompiutezza, giocosità e  dinamismo

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Un’altra composizione con utilizzo piuttosto disinvolto degli elementi a giorno. I colori solari e caldi sono esaltati dal grigio antracite e danno gioia alla composizione

 

 

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In alternativa ai pensili a giorno c’è un sistema molto interessante: si tratta di elementi componibili in alluminio anodizzato che permettono di atrezzare lo schienale e allo stesso tempo si integrano con i pensili creando un legame tra piano lavoro e parte alta. La profondità ridotta di questo sistema lo rende versatile: può essere composto da ripiani, porta calici, oltre che essere completato da numerosi accessori.

 

 

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Una boiserie è un sistema di pannellature intervallate da profili che consente la massima libertà: la parete può essere riconfigurata con vari accessori in base alle esigenze

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Mensole molto sottili creano un estetica di  leggerezza ed eleganza inegualiabili

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Le mensole possono anche essere spesse in legno, nobilitato, o in finitura laccato.

 

 

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Se scegliamo una cucina dallo stile industriale, utilizzare elementi a giorno composti da strutture metalliche che sono slegate dalle dimensioni di pensili e moduli cucina, è una scelta stilistica che contribuisce a rafforzare un’ estetica più casual e libera.

 

In ogni progetto di cucina c’è modo di dare personalità e respiro attraverso l’ uso di elementi a giorno. L’ampia scelta di tipologia, dimensione, materiale e colore, come abbiamo visto in questi esempi, permette di integrare questi elementi con una certa facilità, indipendentemente dal modello, dalla configurazione e dai materiali scelti per la vostra cucina.

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : marco@dinalemario.com  elisa@dinalemario.com

 

lavello cucina valcucine

Scegliere il lavello

LA SCELTA DEL LAVELLO

In questo articolo parliamo del lavello, un elemento molto importante nella cucina, e per questo da scegliere con cura seguendo le proprie preferenze, ma anche tenendo conto di come è realizzata la vostra cucina. Vediamo vantaggi e svantaggi dei vari materiali, valutando anche le modalità di manutenzione e pulizia oltre che le varianti disponibili.

Quante volte cucini? Di quanto spazio disponi? Quante persone vivono nella tua casa? Dettagli di questo tipo ci permettono di identificare il lavello più adatto.

 

TIPOLOGIE, FORME e  DIMENSIONI, MATERIALI

Cominciamo con una panoramica sulle tipologie di lavello.Con tipologie intendiamo la tipologia di incasso. Le tipologie di lavello più diffuse : sopratop, sottotop, filotop. Ci sono poi lavelli  da appoggio, monolitici, dove l’ altezza e il materiale sono messi in evidenza per finalità  estetiche . Quest’ultima resta comunque una soluzione meno diffusa. La scelta della tipologia è  legata al materiale del lavello e anche al materiale del piano cucina.  Non tutte le tipologie sono quindi possibili per tutti i materiali, ma questo aspetto verrà affrontato nella descrizione di ogni singolo materiale.

 

sopratop con gocciolatoio

lavello sopratop a semifilo  in una versione con due vasche e gocciolatoio

SOPRATOP  I vantaggi sono: grandissima scelta di modelli e materiali ( acciaio, materiale composito, ceramico ), l’ ampia scelta permette poi di scegliereanche il prezzo: i lavelli più economici sono i sopratop in acciaio monostampo. Ovviamente esistono anche lavelli sopratop molto costosi realizzati con acciaio, finiture e lavorazioni superiori. L’ economicità sta anche nel foro piano: fare un foro grezzo ha il minor costo. Altro vantaggio è quello di essere adatto a tutti i materiali con cui può essere fatto un piano cucina. Se parliamo di pinti deboli, dobbiamo dire che il sopratop è esteticamente meno elegante rispetto agli altri tipi e lo spessore del bordo rende la pulizia meno agevole. Bisogna dire però che questi due aspetti negativi sono minimizzati dai sempre più diffusi lavelli con bordo “semifilo”: il bordo è alto solo 1 mm e non 5 o 6 mm, e quindi lo ” scalino ” tra lavello e piano cucina è trascurabile.

 

sottotop

lavello sottotop ad una vasca

 

SOTTOTOP I vantaggi sono sicuramente  eleganza e facilità di pulizia: nessunna giuntura nel piano. La giuntura tra vasca e piano è infatti sottotop, molto più difficile che si fermi lo sporco qui o che avvengano infiltrazioni d’ acqua. Gli svantaggi  possono essere un maggiore costo, non tanto della vasca ma nella lavorazione del piano:  il foro per il lavello andrà sagomato, e i bordi  levigati e lucidati, vengono poi predisposti sotto dei fissaggi per la vasca e dovrà essere realizzato anche il foro per il miscelatore ed eventuale saltarello ( vedi foto ). Un altro svantaggio può essere il rischio di scheggiare lo spigolo: se il materiale utilizzato non ha una buona resistenza ( ad esempio piani in quarzo econoici ) e se lo spigolo è troppo poco arrotondato,ci sarà il rischio, se si urta con una grossa pentola o bistecchiera di rovinare lo spigolo. Questa tipologia non può essere installata in piani di qualsiasi materiale, nei piani in laminato o in vetro temprato si dovrà optare per un sopratop o filotop. Detto ciò, l’ampia favore risconrato da piani in agglomerato di quarzo, pietre sinterizzate e ceramici, fanno del lavello sottotop la scelta prediletta.

 

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una vasca filotop: il bordo del lavello è complanare al piano: nessuno spessore visibile

 

FILOTOP

Questa tipologia, apparsa nel mercato una ventina d’anni fa, ha l’indiscutibile vantaggio di creare perfetta planarità tra piano cucina e lavello, ma oggi è meno utilizzata per due motivi: la diffusionedella  soluzione sottotop e il fatto che i  lavelli   sopratop hanno ora un bordo sottile ( viene detto in questo caso non filotop ma semifilo top, ma il lavello utilizzato è spesso lo stesso ). In questo modo si risparmiano i costi di lavorazione del foro da sostenere per un filotop. Il filotop richiede infatti una lavorazione abbastanza costosa. Con la scelta del  filotop si considerano lavelli in acciaio.Sicuramente l’ effetto estetico è molto elegante e pulito: un’ ottima scelta per chi ama la cura dei dettagli. Questa tipologia può essere utilizzata anche in piani in vetro e  laminato dove il sottotop non è possibile.

 

Esistono lavelli di varie forme: a vasca singola, vasca doppia , con o senza gocciolatoio. Esistono poi vasche rotonde e lavelli ad angolo decisamente meno utilizzati. La forma è dettata dalle esigenze e dagli spazi. La base lavello se larga 60 cm limiterà  la scelta a lavelli a  vasca singola o vasca e gocciolatoio . Con 90 cm invece lo spazio consente anche la scelta di un due vasche.

Le dimensioni del lavello sono dettate dallo spazio disponibile e dalle singole esigenze e abitudini. La vasca singola può avere varie dimensioni, così come le vasche doppie: le vasche doppie possono avere dimensioni tra loro uguali o diverse. Il gocciolatoio può essere utile se il piano non resiste bene ad acqua e calore, come i piani in laminato. Questa tipologia è però meno utilizzata rispetto a un tempo.

 

Franke semifilo

vasca unica nella tipologia sopratop semifilo

 

Franke Acquario

vasca unica ma molto grande: anche 75 cm di larghezza

 

lavello con gocciolatoio

vasca e gocciolatoio: alcuni modelli possono essere accesoriati con taglieri

 

sottotop a due vasche

un lavello sottotop a due vasche di diverse dimensioni

LAVELLI IN ACCIAIO
PRO:
Il lavello in acciaio è la tipologia in assoluto più diffusa in cucina. Questo perché l’acciaio è il materiale più longevo, duraturo e igienico in circolazione, è molto luminoso, resistente (anche al calore) e si adatta a tutti i tipi di cucina.
CONTRO:
Difetto costituzionale dell’acciaio è che è molto soggetto ai graffi, si macchia facilmente e si può ossidare.
MODALITA’ DI PULIZIA:
Per la pulizia ordinaria dell’acciaio è consigliabile l’aceto bianco per le macchie meno ostinate e il succo di limone per mandare via gli odori. Per la pulizia straordinaria è consigliabile invece l’utilizzo di prodotti specifici. Da evitare l’uso di spugnette abrasive o prodotti chimici aggressivi e/o contenenti candeggina, nonché l’utilizzo di detersivi in polvere.
VARIANTI:
I lavelli in acciaio possono avere una finitura lucida, satinata o antigraffio. Con l’acciaio sono possibili inoltre tutte le tipologie di incasso, ovvero sopratop, filotop, sottotop. E’ possibile reperirli con forme diverse e cioè con vasche tonde o squadrate, monovasca o con doppia vasca (più gocciolatoio) oppure completamente integrato (con piano in acciaio).

LAVELLO IN MATERIALE COMPOSITO

PRO:
Più noto come Fragranite (anche se in realtà si tratta solo di una tipologia di lavello realizzato con miscele materiche composte), il materiale composito è anzitutto atossico ed ecosostenibile, in quanto prodotto attraverso lavorazioni innovative nel rispetto dell’ambiente e del consumatore. L’aspetto finale dei lavelli in materiale composito è simile a quello della pietra naturale, molto elegante, quindi meno freddo e “piatto” rispetto a quello dell’acciaio. E’ un materiale a superficie opaca, quindi altro pregio del materiale composito è che le macchie di calcare sono poco evidenti. La gamma di colori e finiture è molto ampia: rappresentano quindi un’ottima alternativa proprio alla finitura in acciaio.
MODALITA’ DI PULIZIA:
Per quanto riguarda la sua manutenzione, per le macchie più ostinate è consigliabile l’utilizzo di candeggina o alcool diluiti in un litro di acqua, mentre, per le macchie meno resistenti un’ottima soluzione è l’aceto bianco. Acqua tiepida, un panno morbido e detergenti sgrassanti non aggressivi (anche insieme al bicarbonato per aumentarne l’igienicità) per la manutenzione ordinaria. Assolutamente da evitare l’utilizzo di spugnette abrasive, pagliette metalliche o il contatto per troppo tempo con residui di cibo.
CONTRO:
Il materiale composito, se troppo poroso, assorbe con più facilità liquidi dannosi per l’integrità estetica del lavello e possono rompersi o scheggiarsi in diversi punti e macchiarsi se a contatto con pentolame e tegami.
VARIANTI:
Il materiale composito può essere una miscela di quarzi, quarzi e graniti oppure di particelle metalliscenti insieme a cristalli di quarzo e granito. L’assortimento cromatico di questo tipo di lavelli è ampissimo, con una variazione di forme e dimensioni a seconda dello stile della cucina. La tipologia di incasso più comune per i lavelli in materiale composito è il sopratop, più raramente sottotop.

lavello in fragranite

 

 

LAVELLI IN QUARZO O PIETRA SINTERIZZATA

PRO:
Il vero grande pregio è avere il lavello realizzato con lo stesso materiale del piano e quindi una continuità estetica . A questo aspetto va aggiunta l’ alta resistenza di questi materiali ad urti accidentali nell’utilizzo quotidiano e la possibilità di avere un lavello su misura, in quanto viene costruito partendo dalle stesse lastre di materiale usate per il piano
CONTRO:
Questa tipologia di lavello ha un costo davvero elevato soprattutto quanto viene costruito, gli spigoli vivi e non arrotondati ne rendono difficoltosa la pulizia. Queste problematiche sono ovviate da lavabi già costruiti nelle colorazioni più diffuse; in questo caso il lavello non dovrà essere costruito dal marmista.
MODALITA’ DI PULIZIA:
Per la pulizia si usano i prodotti indicati per il materiale del piano: quarzi e pietre sinterizzate sono piuttosto facili da pulire con i comuni prodotti. Acqua tiepida, un panno morbido e detergenti sgrassanti non aggressivi (anche insieme al bicarbonato per aumentarne l’igienicità) per la manutenzione ordinaria. Assolutamente da evitare l’utilizzo di spugnette abrasive, pagliette metalliche.
VARIANTI:
Come già detto, sono possibili diverse forme e dimensioni in quanto il lavello viene costruito appositamente. Esistono comunque vasche di dimensioni standard pronte per essere integrate con il piano.

LAVELLO SILESTONE INTEGRITY

 

lavello silestone costruito

immagine sopra:le vasche possono essere costruite su misura con il materiale del piano

 

immagine a sinistra: Silestone integrity: le vasche sono realizzate con lo stesso materiale del piano: il vantaggio di questa soluzione è avere delle vasche raggiate più facili da pulire

 

 

 

lavello corian

 

 

LAVELLI IN CORIAN

PRO:
La scelta di un piano in Corian ci permette di realizzare il lavello con lo stesso materiale di finitura. Questo garantisce al design della cucina un notevole impatto estetico, pulito e minimale, adattissimo in cucine moderne di un certo valore. Altri pregi di possedere un lavello in Corian: grande facilità di pulizia e riparabilità nel caso si dovesse accidentalmente danneggiare.

CONTRO:
L’unico difetto del Corian è che è scarsamente resistente alle alte temperature. Quindi attenzione a non poggiarsi sopra pentole o tegami particolarmente incandescenti.
MODALITA’ DI PULZIA:
Per la pulizia del Corian, basta utilizzare un panno umido in microfibra con un comune spray detergente per cucina. La sua manutenzione è quindi agevole: questo perché la sua superficie compatta e non porosa è durevole e facile da pulire con i più comuni prodotti per la pulizia domestica. Da evitare invece l’utilizzo di pagliette o spugnette abrasive, la caduta di corpi contundenti che possono causare scheggiatura, ed oggetti ad alto rilascio di calore, quali pentole, caffettiere o ferri sta stiro: a tale scopo, sarà meglio utilizzare un sottopentola o altro supporto resistente al calore.
VARIANTI:
Sono realizzabili in qualsiasi forma e dimensione e sono disponibili in un’ampissima gamma di colorazioni.

 

LAVELLI IN LAMINATO STRATIFICATO (HPL O FENIX )

PRO:
Così come per quello in Corian, il lavello in laminato stratificato presenta un’interessante effetto estetico, dato dalla continuità materica dello stesso con il piano di lavoro.
CONTRO:
Non vi sono particolari controindicazioni nell’acquisto di questi tipi di lavello, vi saranno però maggiori difficoltà nella gestione degli angoli squadrati dello stesso.

MODALITA’ DI PULIZIA:
Per la pulizia del lavello in laminato stratificato, basta semplicemente un panno morbido e un detersivo neutro. Successivamente, al termine delle operazioni, bisognerà avere cura di asciugarlo con un panno asciutto assicurandosi che non rimangano residui di detergente. Per le macchie di calcare è invece possibile utilizzare acqua tiepida e aceto bianco. Da evitare nella manutenzione quotidiana dei lavelli in laminato, l’utilizzo di prodotti abrasivi o pagliette che possono danneggiare la superficie, così come prodotti contenenti solventi o paste abrasive, candeggianti, prodotti chimici aggressivi

 

 

 

HPL

(contenenti cloro, acetone, alcool o ammoniaca). Per evitare bruciature o macchie di calore, sarà meglio evitare di appoggiare pentole e tegami caldi all’interno della/e vasca/vasche.                     VARIANTI:                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              I lavelli in laminato stratificato sono realizzabili in qualsiasi grandezza ma solo con vasche di forma squadrata. Con questo tipo di lavelli annoverano un’ampissima gamma di colorazioni disponibili, caratteristica tipica di piani in laminato.

 

 

 

 

 

lavello ceramica duravit

 

 

LAVELLI IN CERAMICA

PRO:
I lavelli in ceramica hanno moltissimi pregi: anzitutto sono facilissimi da pulire, sono molto resistenti alle alte temperature e presentano una sorprendente capacità di resistenza ai graffi e agli urti nel normale utilizzo quotidiano. Sono inoltre altamente igienici e resistenti a qualsiasi detergente.
CONTRO:
I lavelli in ceramica, viceversa, non sono molto economici, anzi, presentano costi davvero sopra la media. Inoltre, impatti di una certa rilevanza con corpi solidi potrebbero rompere o scheggiare il lavello.
MODALITA’ DI PULIZIA:
Per la pulizia dei lavelli in ceramica non vi sono particolari accorgimenti, in quanto si tratta di un materiale privo di porosità e sensibilità all’attacco di agenti chimici o aggressivi.
VARIANTI:
I lavelli in ceramica sono disponibili in tutte le misure e grandezze, differenti colorazioni e le stesse tipologie di incasso dei lavelli in acciaio.

 

 

LAVELLI IN PIETRA E SIMILI

PRO:
Il vero grande pregio dei lavelli in pietra è l’impatto estetico davvero unico unito ad una grande resistenza ad urti accidentali nell’utilizzo quotidiano.
CONTRO:
Viceversa, questa tipologia di lavello presenta diversi “difetti”: anzitutto un costo davvero elevato, un peso eccessivo, che rende più difficoltosa la sua installazione sul piano, grande porosità e per questo, una certa difficoltà nella sua manutenzione.
MODALITA’ DI PULIZIA:
Spugnetta morbida e pochissimo detergente neutro, con abbondante risciacquo di acqua. Nella pulizia di un lavello in pietra naturale è assolutamente da evitare l’uso di anticalcare, prodotti abrasivi come la candeggina e il contatto con sostanze di natura acida, tra le quali il limone e la Coca Cola. Ottimo anche il bicarbonato, specie se la superficie è molto sporca.

 

 

 

 

lavello in pietra lavica

VARIANTI:
Con le pietre naturali sono possibili diverse forme e dimensioni, riprendendo il concetto dei classici lavelli in acciaio, ed è possibile avere anche i monoblocchi scavati. Interessante peculiarità dei lavelli in pietra è che possono essere decorati a piacimento, anche per riprendere lo stile della cucina. Sono realizzabili con tutte le pietra esistenti.

 

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Pulizia delle superfici in cucina

Pulizia delle superfici in cucina

In questo articolo vediamo come mantenere puliti nel modo adeguatto vari tipi di materiali che si possono trovare in cucina. Ogni materiale ha delle caratteristiche fisiche e chimiche diverse, per questo è importante conoscere i prodotti e i modi più indicati per pulirli.

Considerazioni generali
Non farò distinzioni tra materiali utilizzati per le ante e materiali utilizzati per i piani, in quanto lo stesso materiale può essere impiegato sia per le ante che per i piani , va detto però, che superfici verticali, come ante e fianchi sono solitamente meno problematiche da pulire in quanto si sporcano con impronte o schizzi, superfici orrizzontali ( piani di lavoro) sono invece più soggetti a essere sporcati in modo importante e di conseguenza richiederanno una pulizia più frequente ed accurata.
Nelle superfici lucide si nota di più lo sporco, la loro pulizia è però più agevole, le superfici opache, talvolta erroneamente definite “antigraffio” sono meno soggette a micro graffi, o comunque essi sono meno visibili. Questo ci fa capire che per la pulizia quasi sempre prodotti in polvere o spugne abrasive possono graffiare le superfici, quindi attenzione a questi prodotti, come attenzione agli agenti chimici che possono alterare le superfici dei materiali.

LAMINATO
Per la pulizia delle ante in laminato, è sufficiente utilizzare panni morbidi leggermente inumiditi con prodotti per vetri.
Non utilizzare prodotti aggressivi, polveri abrasive, prodotti anticalcarei a base acida o candeggina pura, perché potrebbero rovinare la finitura.
Non utilizzare prodotti a base di cera o siliconi in quanto la loro applicazione potrebbe formare degli aloni di diversa lucidità.
Se ci sono profili in alluminio come gole o maniglie o per le ante a telaio non pulire con candeggina (ipoclorito di sodio).

 

laminato

Nel caso di ante in laminato alluminio si dovrà prestare maggiore attenzione, poiché la lamina metallica applicata al laminato è protetta da una vernice speciale che non deve assolutamente essere scalfita. Per rimuovere lo sporco più difficile si possono utilizzare prodotti per vetri a base alcolica, a base alcalina o di ammoniaca. Non utilizzare quindi prodotti aggressivi, polveri abrasive, prodotti anticalcarei a base acida o a base alcalina o candeggina, perché potrebbero rovinare la vernice di protezione.

 

laccato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LACCATO
Le ante laccate, data la loro finitura, richiedono una manutenzione particolarmente attenta onde evitare il danneggiamento della superficie. Per la pulizia utilizzare panni morbidi non abrasivi. Non utilizzare prodotti contenenti solventi, acetone oppure contenenti abrasivi, poiché potrebbero scalfire la finitura superficiale delle ante.
Non utilizzare prodotti a base di cera, alcool o siliconi, in quanto la loro applicazione può formare degli aloni di diversa lucidità.

 

LEGNO
Per le ante in legno valgono le stesse accortezze che si riservano alle superfici laccate, in quanto, nella maggior parte dei casi il legno è trattato con una verniciatura protettiva, più raramente con prodotti ad olio. Il legno, viene a volte integrato nel piano della cucina come banco colazione o elemento tagliere protetto superficialmente da un leggero velo di vernice ad olio.
Per la sua pulizia è bene utilizzare un panno umido ben strizzato.
Il piano va pulito nel senso delle venature, in modo da togliere più efficacemente lo sporco dai pori, e asciugato con cura alla fine della pulizia.
Si raccomanda sempre l’uso di panni morbidi non abrasivi.
Non utilizzare prodotti abrasivi che potrebbero rigare la superficie.
Non utilizzare prodotti a base di cera o siliconi in quanto la loro applicazione potrebbe formare degli aloni di diversa lucidità.
Non utilizzare un panno troppo bagnato.

 

 

top in legno (2)

 

 

QUARZO, PIETRE SINTERIZZATE, CERAMICI
Questi materiali,largamente diffusi negli ultimi anni, soprattutto per i piani delle cucine, sono sicuramente resistenti ad alcuni prodotti utilizzati in cucina ( ad es. succo di limone, olio, aceto, caffè, coca cola) che creavano macchie irrimediabili in certi materiali naturali, quali marmo e in misura minore granito, e quindi sono meno problematici da pulire. Ovviamente ci sono tanti produttori e diverse indicazioni per mantenere puliti questi materiali. Va detto che le pietre sinterizzate e i ceramici sono i materiali più compatti e meno porosi e quindi più facili da tenere puliti oltre che più resistenti a forte calore ed abrasione.
Per tutti questi materiali vanno bene detergenti neutri, liquidi o in crema, sgrassatori e comunque mai prodotti in polvere abrasivi.

Quarzo

Dekton

Ceramico

 

ACCIAIO INOX

Per pulirle l’ acciaio si possono utilizzare prodotti specifici per il calcare in prossimità del lavello e prodotti a base alcolica, a base di ammoniaca o prodotti specifici per gli acciai per togliere macchie di ogni genere.
Anche qui non utilizzare polveri o prodotti abrasivi, perché righerebbero le superfici,
tanto meno utilizzare pagliette o spugnette metallich

ATTENZIONE: non riporre sotto il lavello o in prossimità di parti in acciaio, flaconi aperti di prodotti chimici (acido muriatico, prodotti per sturare i lavandini) in quanto le esalazioni possono corrodere l’acciaio inox.
Non mettere in contatto i prodotti specifici per l’acciaio con l’eventuale piano in laminato perché potrebbero danneggiarlo.

piano in acciaio

 

PROFILI ED ALTRI ELEMENTI IN ALLUMINIO

Per la pulizia di elementi in alluminio utilizzare acqua e detersivi a base alcolica o prodotti detergenti neutri. Non utilizzare polveri o prodotti abrasivi, perché righerebbero le superfici.
Non utilizzare pagliette o spugnette metalliche.
ATTENZIONE: non pulire i profili in alluminio con candeggina o con prodotti contenenti candeggina (ipoclorito di sodio) perché potrebbero intaccare la finitura anodica superficiale dell’elemento macchiandolo.

 

fenix riparabile con ferro da stiro

 

 

 

 

 

 

 

FENIX
Il fenix è un materiale di recente invenzione, un tipo di laminato con finitura molto opaca e anti-impronta. Ha il vantaggio unico di rigenerarsi da eventuali micro-graffi superficiali. Utilizzando un ferro da stiro e un asciugamano/panno umido, può essere effettuata nell’area interessata la termoriparazione dei micro-graffi superficiali, se la struttura del materiale non è danneggiata irreparabilmente.
Non richiede una manutenzione particolare: è sufficiente un panno inumidito con acqua calda o un detergente delicato. Sono ben tollerati quasi tutti i normali prodotti detergenti o disinfettanti domestici. È consigliabile l’uso di una spugna magica per la normale pulizia e manutenzione della superficie.

 

CORIAN
Per pulire il Corian si usa un panno umido con una crema abrasiva leggera o un comune detergente (ad es. Cif) agendo sempre con un movimento circolare. Anche se i liquidi non possono penetrare all’interno di Corian, è meglio eliminarli subito. Una o due volte alla settimana, è consigliato eseguire una pulizia accurata al lavello in Corian:eliminate tutti i residui di olio o grasso delle normali preparazioni dei cibi dal lavello usando un detergente o una soluzione per superfici solide. Spruzzate una soluzione composta da 3/4 di candeggina e 1/4 di acqua sul lavello e lasciate agire qualche ora o durante la notte. Il tempo di esposizione dovrebbe essere limitato a 16 ore. Al mattino sciacquate o pulite con un panno umido.
Macchie più resistenti prodotte da liquidi come: aceto, caffè, tè, succo di limone, coloranti, ketchup, vino rosso o oli vegetali: in primo luogo, seguite sempre i metodi più semplici, poi usate progressivamente una spugnetta non abrasiva e un detergente o una soluzione per la pulizia delle superfici a base di ammoniaca. Solo in presenza di macchie particolarmente tenaci come polline di giglio o zafferano o di un graffio significativo sarà possibile utilizzare una spugnetta non abrasiva con della candeggina. Risciacquate parecchie volte con acqua calda ed asciugate con un panno morbido. Per ridare l’aspetto originale passate un panno umido e una crema abrasiva leggera sull’intera superficie del piano con un movimento circolare. Corian essendo solido ed omogeneo è rinnovabile. Molti danni dovuti a urti, calore o prodotti chimici possono essere riparati solitamente sul luogo ridando integralmente alla superficie il suo aspetto originale, regolare e igienico.

 

Corian

 

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Realizzazione su misura: una camera biocompatibile

UNA CAMERA BIOCOMPATIBILE

In questo articolo vi voglio mostrare e descrivere un progetto che ho realizzato recentemente su misura per un cliente. Si tratta di un armadio a ponte e libreria per una camera.
Oltre all’ aspetto funzionale e a quello estetico che un mobile deve soddisfare, ho voluto realizzare un arredo che sia completamente biocompatibile, durevole, conveniente.
Questi aspetti erano particolarmente importanti, non solo per la sensibilità del cliente alle questioni ambientali, ma in quanto destinato alla camera dei bimbi: è molto importante infatti che l’ ambiente dove si riposa per così tante ore, sia un ambiente sano, dove i mobili non emettano sostanze nocive dovute a collanti o alle vernici.

 

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BIOCOMPATIBILE

Un prodotto biocompatibile utilizza materiali che non sono assolutamente nocivi per l’uomo e l’ambiente. Per questi mobili ho utilizzato legno di abete e multistrato di betulla. Il quantitativo di colla che contengono questi materiali è minimo e comunque è un tipo di colla che non emette alcuna sostanza nociva.
Per proteggere e colorare il legno è stato usato un olio naturale “ Zero VOC “ che non emette quindi alcuna sostanza volatile dannosa per gli organismi viventi. A questi oli possono essere aggiunti piccole quantità di colorante in versione variabile per ottenere le tonalità che si preferiscono.
In questa realizzazione, tutta le parti strutturali in abete sono leggermente sbiancate: è stato sufficiente aggiungere all’olio un 0,3 % in peso di pigmento bianco per “sbiancare “ l’ abete ed evitare così la naturale, ma poco piacevole, tendenza ad ingiallire di questo legno.
I materiali sono così 100% naturali e biocompatibili
Quando un giorno lontano il prodotto arriverà a fine vita, i materiali che lo compongono non saranno un rifiuto speciale: ma legno riciclabile, anche come combustibile.

 

DUREVOLE

Un arredo è durevole se il materiale di cui è fatto e il modo in cui viene progettato e costruito permetterà di resiste molto a lungo al peso del mobile stesso e dei carichi, alle sollecitazioni, e altri fattori . Ma un arredo pensato per durare deve poter essere utile anche al cambiare delle esigenze abitative e famigliari: se è pensato in modo modulare e versatile tanto da poter essere riconfigurato e usato in altri contesti eviterà di essere inutile e quindi dismesso. ( spesso diventa difficile regalare o vendere arredi ad altri per questione di diversi spazi disponibili, esigenze, gusto ecc…).

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Libreria MD

Alcune delle molte configurazioni possibili. Questa libreria è bifacciale: puo essere accostata a parete, ma anche dividere senza occludere un ambiente ampio.

Questo progetto prevede la possibilità di essere riconfigurato: non solo la struttura è modulare, ma le ante possono essere spostate e assieme ad esse i pannellini colorati divisori, che servono a chiudere i vani. In questo modo al cambiare delle esigenze, il mobile si trasforma facilmente.
In questo caso, ad esempio, parti della libreria chiuse da ante servono per riporre i vestiti dei bimbi, che in questo modo possono imparare a essere indipendenti nel vestirsi, quando avranno più libri ed altre esigenze questi vani potranno contenere altro, oppure fianchi e ante essere rimossi per ampliare lo spazio dedicato ai libri.

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I pannellini di chiusura, removibili senza l’ utilizzo di atrezzi, in questo caso hanno colori diversi nelle due facce: per permettere di cambiare il colore in vista.

 

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La struttura di questo armadio e libreria sono realizzati senza sprechi, usando in minor quantitativo di materiale.
Si tratta di una dematerializzazione ragionata: i fianchi a telaio  portano  senza problemi il peso della struttura e allo stesso tempo permettono il passaggio della luce ed un estetica più leggera rispetto al normale sistema a spalla. Le parti di chiusura verticali sono invece sottili ( fianchi in multistrato da 9 mm e ante da 15 mm ), le parti non considerate essenziali…non ci sono proprio ( schienali e coperchio armadio ). Una precisazione su quest’ultima scelta: con delle guarnizioni siliconiche che premono contro parete e soffitto, l’ armadio è ermetico anche senza schienali e coperchio. Tuttavia se le pareti sono soggette a muffe o sono umide o ancora irregolari è preferibile avere una struttura chiusa.
In un altro caso ho realizzato gli schienali in pannelli leggeri e removibili.

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La notevole leggerezza strutturale ha permesso di realizzare un ponte lungo 270 cm: ma la campata potrebbe essere anche più lunga: basta utilizzare una la barra in acciaio della sezione appropriata. Gli armadi a ponte che si trovano in commercio hanno tutti una lunghezza massima di 240 cm  questo perchè sono molto più pesanti e non possono avere un ponte troppo lungo che fletterebbe sotto il proprio peso: questo armadio a ponte se fosse realizzato con normali pannelli di laminato, peserebbe circa 260 kg contro i 115 kg di questa realizzazione.  Altri vantaggi sono ovviamente il risparmio di risorse: questo armadio realizzato con pannelli in nobilitato richiederebbe esattamente il doppio in volume del  materiale utilizzato per la realizzazione di questo progetto.

 

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Al cliente abbiamo proposto una personalizzazione grafica dell’ anta: questo disegno di triangoli colorati è un nostro disegno elaborato partendo da un pattern esistente: il file è stato poi stampato direttamente sull’anta, e poi protetto da una speciale vernice protettiva all’acqua. Ovviamente anche la grafica è “su misura”: molti altri disegni  potrebbero essere utilizzati…Se un giorno si volesse togliere la personalizzazione grafica, basterà levigare l’ anta e applicare l’ olio protettivo…o stampare un altro disegno ( la personalizzazione grafica stampata ha un costo molto contenuto, circa 150 Euro in più rispetto ad un anta senza grafica) .

 

CONVENIENTE
Un arredo di questo tipo sarà sì più costoso di uno prodotto industrialmente ( produzione artigianale, materiali più costosi, progettato per esigenze specifiche del cliente…) ma conveniente per tutti i motivi fin qui visti.
Ecologico: materiali naturali e dematerializzazione
Versatile: modularità e possibilità di riconfigurazione e riutilizzo
Leggero: maggiore resistenza, estetica leggera e maggiore visibilità e luminosità                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Durevole: i materiali sono più resistenti
Unico: possibilità di personalizzare con colori e grafiche, su misura

 

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Come regolare le ante in cucina

COME REGOLARE LE CERNIERE

Quando sono da clienti, mi viene spesso chiesto di registrare le ante della cucina: dopo qualche tempo le ante possono infatti necessitare di una registrazione in quanto non più allineate Questo è normale che succeda con l’apertura frequente, con cerniere che dopo diversi anni si consumano e fanno cedere l’ anta un po’, o grazie al contributo di bimbi piccoli che spesso ci si appendono ; )
Qualcuno, con un po’ di senso pratico e curiosità, mi chiede come si fa a registrare le cerniere .
In questo post vi voglio quindi insegnare come si fa per avere sempre le ante della vostra cucina ben allineate.Diamo per scontato che i mobili siano posizionati perfettamente a livello. Se i mobili sono stati montati male, e non sono a livello,  compensare i disallineamenti delle ante con il solo utilizzo delle regolazioni che vi sto per illustrare potrebbe non essere sufficiente.
Le cerniere più diffuse sono di marca Salice. Si stanno diffondendo negli ultimi anni anche le cerniere Blum. Non prendo in considerazione altre marche in quanto sono decisamente una minoranza, ed il funzionamento è molto simile a quelle dei marchi già citati.

Se voi aprite una vostra anta troverete probabilmente una cerniera di questo tipo…

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cerniera Salice

cerniera Blum
cerniera Blum

 

 

 

Foto 3 cerniera Salice a 165 °

cerniera per apertura fino a 165°

 

 

 

 

Anche se può apparire come fosse un solo pezzo, le cerniere sono agganciate ad una base: la base è fissata sul corpo del mobile, la cerniera sull’ anta. Cerniera e base si possono separare facilmente ( spesso senza l’ utilizzo di attrezzi ) ma questo a noi non interessa per regolare le ante, in quanto le ante devono rimanere attaccate al mobile.
La regolazione avviene infatti agendo su viti appartenenti a viti e base. Queste viti spesso sono coperte da una placchetta che reca spesso il marchio dell’ azienda produttrice della cucina o del mobile in questione; questa copertura va tolta per potere iniziare la regolazione .

 

 

REGOLAZIONE ORIZZONTALE (DESTRA-SINISTRA)

Avvitando ( girando in senso orario ) la vite centrale, la cerniera si distanzia dalla base: questo porta l’ anta a spostarsi verso il lato opposto a quello delle cerniere,
Svitando ( girando in senso antiorario ) la stessa vite, la cerniera si avvicina alla base e così l’ anta si sposta verso il lato delle cerniere. Nelle cerniere Blum il senso di rotazione per ottenere lo stesso movimento è inverso

Trucco: quasi sempre le ante con il tempo pendono verso il basso ( come nel disegno qui sotto a sinistra), l’ anta è quindi da regolare agendo in modo diverso nelle due ( o più ) cerniere: svitando la vite della cerniera più alta, e avvitando quella più bassa si va a compensare il cedimento dovuto a tempo ed usura ( senso di rotazione inversa su cerniere Blum ). In questo modo si riesce a  a riportare l’ anta nella posizione corretta…a meno che le cerniere non siano troppo usurate e compromesse e quindi da sostituire.

 

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REGOLAZIONE VERTICALE (SU E GIU’)

Questa seconda regolazione serve ad alzare o abbassare l’ anta: in questo caso si agirà però sulle viti sempre in egual modo in quanto le due ( o più ) cerniere devono contribuire ugualmente al movimento verso l’ alto o verso il basso senza creare resistenze. Questa regolazione è più intuitiva, ma spesso è più difficile da individuare la vite che permette questo movimento, perché questa vite si trova spesso sulla base della cerniera, ed esistono diversi tipi di basi per cerniera…Se si tratta di una base dritta, completamente nascosta dalla cerniera, questa vite è accessibile da un foro centrale sulla cerniera che la rende poco visibile se invece la base ha le “alette” potrebbe essere necessario allentare le due viti che fissano la base della cerniera al mobile ( vedi disegno qui sotto  ), alzare o abbassare l’ anta quanto serve e , mantenendo l’ anta in posizione stringere forte le viti. A volte queste basi a croce hanno una terza vite che serve a regolare il movimento verticale senza allentare le due viti di fissaggio ( vedi foto qui a lato)

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REGOLAZIONE PROFONDITA’ ( AVANTI – INDIETRO )

Questa terza regolazione è utile se le ante non sono più complanari, e quindi da chiuse appaiono più o meno staccate dal mobile. La vite che regola questo movimento è solitamente quella collocata verso l’interno del mobile. ( vedi foto 1 ed immagine qui sotto a destra ).
Quindi, girando questa vite si vede l’anta che si distanzia o si avvicina al corpo mobile (il senso di rotazione dipende dal tipo di cerniera o base, quindi basta provare ed osservare cosa succede…).
Se tutta l’ anta sporge rispetto a quelle adiacenti, andranno regolate tutte le viti in egual modo, se invece la sporgenza è solo in alto o in basso, verrà regolata solo la vite corrispondente( e se necessario quella opposta con un movimento opposto, come visto prima per la vite di regolazione orrizzontale ).

 

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ATTENZIONE: quando l’ anta è molto staccata e, solitamente solo da un lato, questo può essere causato da un eccessivo carico del pensile che sta causando una leggera torsione che deforma il mobile non permettendo all’ anta, che è planare, di appoggiare uniformemente e chiudere bene. Altre volte questa situazione è causata da uno distaccamento del pensile dal muro ( tasselli che non tengono ). Controllate quindi guardando da sopra, prendendo una scala, che il pensile non si stia staccando dal muro…in tal caso meglio rivolgersi a chi vi ha installato la cucina o al vostro mobiliere / falegname di fiducia.

Alcuni  ulteriori consigli  : se le vostre cerniere sono sono diverse dagli esempi, agire sulle viti con piccoli movimenti e osservare con attenzione cosa succede resta la soluzione più semplice!

Ricordate poi di lubrificare, almeno una volta l’anno le cerniere. In modo particolare, le ante che vengono usate maggiormente e quelle della base lavello e scolapiatti che oltre a subire una maggiore usura, tendono anche a ossidarsi per effetto dell’ umidità.

 

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La cappa che sanifica l’ aria

TIPI DI CAPPE PER CUCINA: LA CAPPA CHE SANIFICA L’ARIA

Nella scelta della cappa, ci sono diverse tipologie la cui scelta è dettata dalla posizione del piano cottura nella cucina: cappe a parete se il piano cottura è in una posizione tale da avere una parete sul retro, a soffitto, o da piano , addottate invece nel caso di piano cottura posizionato su isola o penisola.
Queste tre categorie permettono a loro volta una scelta tra differenti soluzioni, da scegliere non solo sulla base di valutazioni estetiche, ma anche funzionali e caratteristiche dell’ ambiente che stiamo arredando ( ad esempio la posizione del tubo per l’ espulsione dei vapori all’ esterno, o la mancanza di questo ). Neanche a dirlo tra moltissimi modelli delle molte aziende produttrici la scelta non manca…
Affronteremo in altri post le singole tipologie di cappa aspirante,
oggi parliamo di un particolare tipo di cappa che si è affacciato sul mercato negli ultimi anni e oltre ad aspirare i vapori di cottura ha un’altra importante funzione: sanificare l’aria.

Falmec , azienda produttrice di cappe, ha brevettato E.ION system , una tecnologia che oltre ad aspirare e filtrare i vapori di cottura, e ridurre anche fino al 95 % gli odori sgradevoli , sanifica l’ aria, il tutto senza bisogno di tubazioni per lo scarico esterno di fumi e vapori.

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Vediamo come funziona:

Grazie alla ionizzazione bipolare controllata, le cappe E.ion® System rilasciano all’interno della cucina degli ioni simili a quelli presenti nell’atmosfera. Gli ioni dell’atmosfera sono prodotti da fenomeni naturali come fulmini, cascate, onde marine ed hanno inoltre un effetto positivo sull’equilibrio psicofisico, determinando un miglioramento dell’umore e della concentrazione, basti pensare alla sensazione che si prova quando si respira l’ aria in un bosco, o in un altro ambiente naturale lontano da fonti inquinanti…

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La vita moderna ha modificato le condizioni naturali dell’aria e spesso, nell’ambiente in cui respira, l’uomo si trova di fronte a condizioni di squilibrio delle cariche elettriche presenti nell’aria in cui prevalgono ioni di carica positiva che generano disagi fisiologici. Inoltre il numero degli ioni atmosferici con carica negativa (che facilitano il benessere ambientale), viene forzatamente abbassato dal riscaldamento centralizzato, dal condizionamento dell’aria, dal fumo, dall’elettricità statica generata dai campi elettrici. Sia nell’ambiente di lavoro che nelle abitazioni, quindi, gran parte delle persone respirano aria impoverita di ioni.

La tecnologia E.ion® System applica un campo elettrico bipolare al flusso d’aria per ottenere lo stesso risultato. In questo modo vengono neutralizzati sia i cattivi odori che gli agenti irritanti o inquinanti come batteri, virus, acari, pollini, spore, polveri, fumi nocivi o gas di scarico.
La ionizzazione bipolare controllata non comporta diffusione di ozono nell’ambiente domestico e può essere utilizzata per purificare e sanificare l’ambiente.

L’efficienza delle cappe E.ion® System è ulteriormente perfezionata dal filtro combinato Carbon.Zeo che utilizza materiali di origine naturale, quali la zeolite ed il carbone attivo.

La zeolite è un minerale con un’alta capacità di assorbire i composti organici e il vapore acqueo. Questa proprietà deriva direttamente dalla microporosità della sua struttura cristallina.Inoltre la zeolite, grazie alle sue caratteristiche chimiche, rilascia calore a contatto con l’umidità, riducendola. L’utilizzo della zeolite è quindi molto importante sia per ridurre gli odori che per assorbire il vapore acqueo derivante dalla cottura in cucina.
I carboni attivi sono dei materiali contenenti principalmente carbonio sotto forma di microcristalli di grafite, trattati in modo da ottenere una struttura porosa con una vasta area superficiale interna). Grazie a queste caratteristiche, il filtro riesce a trattenere molti tipi di sostanze, attraendone le molecole e assorbendole al loro interno e trattenendo gli odori con la massima efficacia.

Il filtro combinato Carbon.Zeo ha una durata molto elevata: indicativamente 3 anni con un utilizzo normale della cappa. Dopo 18 mesi si consiglia inoltre di rigenerarlo ponendolo in forno a 200° C per due ore.

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Libertà di installazione e risparmio energetico.
Le cappe E.ion® System non hanno bisogno di tubazioni per lo scarico esterno dei fumi e degli odori. Perciò possono essere installate dovunque, senza lavori di muratura, con un migliore impatto estetico e con la massima versatilità di collocazione della zona cottura all’interno della cucina. Inoltre, non essendoci tubazioni verso l’esterno, non si disperdono né il calore del riscaldamento invernale, né l’aria fresca della climatizzazione estiva, evitando sprechi energetici e mantenendo sempre un comfort termico ottimale nell’ambiente.

 

 

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Per monitorare la qualità dell’ aria domestica, un apposito sensore a forma di foglia, presente nelle cappe E.ion® System, rileva la presenza di composti organici volatili (VOC), gas odorosi, formaldeide, fumo di sigaretta e tutti gli agenti inquinanti che sono presenti nell’aria. Queste informazioni sono tradotte nella colorazione della foglia che gradualmente da gialla diventa verde, quando migliorano le condizioni ambientali e grazie alla funzione automatica, qualora il sensore rilevi un peggioramento della qualità dell’ambiente domestico, la cappa si attiva da sola, purificando e sanificando l’aria.

 

IL NOSTRO CONSIGLO

Se nel vostro ambiente cucina è problematico o addirittura impossibile collegare la cappa aspirante ad una tubazione questa tipologia di cappa filtrante ( cioè che filtra ma non scarica all’esterno l’aria aspirata, come fanno invece le cappe dette aspiranti ) è sicuramente molto efficiente e non avere una tubazione di scarico non è più un limite, anzi, diventa un vantaggio, non solo per la funzione importante di purificazione dell’ aria, ma anche dal punto di vista estetico: liberando la cappa dal tubo, la forma e l’ indipendenza ne fanno un oggetto più simile ad un lampadario che ad un elettrodomestico. Dal punto di vista compositivo poi il contrasto tra le forme squadrate, che per forza di cose, caratterizzano la cucina , e una forma tondeggiante e morbide, crea un piacevole equilibrio dal punto di vista visivo. Insomma, la cappa diventa anche un bell ‘ oggetto.

 

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un altro modello a sospensione

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E.ion system anche nella cappa per pensile

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E.ion system anche per modelli ad ampia copertura

 

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La cabina armadio

In questo articolo parliamo di cabine armadio.

La stanza dedicata al guardaroba è una soluzione che piace molto, e a ragione per diversi motivi: una volta entrati si ha tutto sott’occhio senza dovere aprire le ante, non si hanno i fianchi strutturali dell’ armadio che occludono la vista tra gli scomparti, riporre gli abiti stirati è più veloce, ed è anche un luogo dove cambiarsi indisturbati e senza disturbare magari un partner che ancora dorme, la stanza da letto poi rimane più spaziosa e permette più libertà nel posizionamento del letto.

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LO SPAZIO NECESSARIO

Creare uno stanza dedicata al guardaroba, spesso non è possibile per questioni di spazio: per quanto piccola si tratta pur sempre una stanza in più. Se si è ancora in fase progettuale è tutto più facile, ma anche con le pareti divisorie già costruite si possono studiare ottime soluzioni. Con un po’ di attenzione  e qualche scelte mirata, è possibile trovare modo di creare una cabina armadio, ovviamente senza sacrificare gli altri spazi . Alcuni esempi: a volte un piccolo bagno non considerato essenziale può essere perfetto come cabina armadio. Una stanza con proporzioni inconsuete, tipo dalla pianta allungata, o ancora, una nicchia profonda ma non abbastanza larga, si rivelano uno spazio ideale per la cabina armadio.

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Un armadio di medie dimensioni richiede uno spazio poco profondo ( 60 cm ) ma una parete ininterrotta di almeno 3 metri lineari. Una cabina armadio può invece assumere varie forme: lineare, ad angolo, a C e può essere organizzata anche con elementi di profondità diverse: ad esempio un lato della cabina armadio potrebbe avere una profondità di 45 cm dove riporre maglie o altri indumenti piegati, riservando la parte profonda 60 cm ai capi da appendere e a cassettiere più capienti.

 

 

 

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Cabina  ad angolo accessoriata anche con piani porta scarpe

 

 

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Gli elementi per cabina possono anche assolvere ad altre funzioni

 

 

 

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LE TIPOLOGIE:

Esistono diverse tipologie di cabine armadio: ci sono sistemi che vanno fissati a parete e lasciano la massima libertà visiva, sistemi autoportanti, simili ad armadi senza ante, e anche vie di mezzo dove la struttura autoportante ha fianchi dalla profondità ridotta rientranti rispetto alla profondità dei ripiani. Al posto dei fianchi ci può comunque essere una struttura metallica che favorisce leggerezza e visibilità tra i comparti
In ogni caso la profondità massima sarà un po’ inferiore ai 60 cm degli armadi, in quanto manca lo spessore delle ante e lo spazio dello schienale e del vuoto che si crea tra questo e la parete.

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Struttura a cremagliera e pannelli posteriore: nessun fianco o montante metallico. Richiede il fissaggio a parete

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Struttura autoportante: praticamente un armadio senza ante

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Struttura autoportante con fianchi a profondità ridotta.

 

 

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La struttura portante è un tubo metallico: maggiore leggerezza, visibilità ed eleganza

 

Qualunque sia la tipologia, serve una stanza non dovrà essere illuminata dalla luce naturale per non alterare con il tempo i colori degli indumenti. Ovviamente può esserci una finestra, ma si deve aver l’accortezza di schermare la luce solare con dei tendaggi.
Se si ha lo spazio, spesso il dover costruire la parete divisoria in muratura o cartongesso per delimitare questa stanza è un costo che si preferirebbe evitare, e che fa propendere per un armadio normale.

C’ è però una tipologia di una cabina armadio che fonde tutte le caratteristiche della cabina armadio,
ma non richiede alcuna stanza, in quanto è a tutti gli effetti una stanza autoportante: si chiama camerino di Caccaro ed è una soluzione unica che vale la pena considerare.

Per capire meglio i vantaggi di questo innovativo prodotto guarda il video : https://http://www.youtube.com/watch?v=Few0QXNDvaI

 

 

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Camerino DB di Caccaro

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Camerino DB con ante in vetro

 

Il camerino DB di Caccaro non solo può essere configurato in diverse larghezze e profondità, ma può essere integrato con altre soluzioni, quali pareti atrezzate, cabina armadio a vista, armadio. Camerino DB di Caccaro fa parte di un vastissimo programma che rende compatibili tra loro varie tipologie di arredo, dando la possibilità di ” fondere ” varie tipologie di arredi dalle funzionalità e dalle profondità diverse. Qui sotto un paio di esempi.

 

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Armadio e camerino: un esempio di come si può sfruttare un cambio di profondità con un ottimo effetto estetico

 

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VIENI A TROVARCI IN NEGOZIO O CONTATTAMI : elisa@dinalemario.com

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Mobili e ambiente: formaldeide, vernici e certificazioni

MOBILI E AMBIENTE: COSE DA SAPERE

In questo articolo affrontiamo un argomento molto importante, ma non abbastanza considerato in quanto invisibile: le emissioni tossiche dei materiali con cui i nostri mobili sono costruiti. Parleremo anche di sostenibilità dei prodotti, alcune importanti certificazioni e di processi produttivi.

 

CONTROLLO DELLE EMISSIONI TOSSICHE
Forse non tutti sanno bene di cosa sono fatti i mobili che acquistano: la stra grande maggioranza degli arredi in commercio sono costruiti con pannelli di nobilitato: ovvero truciolare rivestito da una carta melaminica. Ma quanto è “sano” questo materiale?

LA FORMALDEIDE
La formaldeide è un composto organico in fase di vapore, caratterizzato da un odore pungente. Oltre a essere un prodotto della combustione (fumo di tabacco e altre fonti di combustione), è anche emesso da resine urea-formaldeide usate per l’isolamento (cosiddette UFFI) e da resine usate per truciolato e compensato di legno, per tappezzerie, moquette, tendaggi e altri tessili sottoposti a trattamenti antipiega e per altro materiale da arredamento. Nelle abitazioni i livelli sono generalmente compresi tra 0,01 e 0,05 mg/m3. Anche per questo composto i livelli indoor sono generalmente superiori rispetto a quelli outdoor.
Negli ambienti indoor i livelli sono generalmente compresi tra 10 e 50 μg/m3. Le maggiori concentrazioni si possono osservare in case prefabbricate, dopo interventi edilizi ed in locali con recente posa di mobili in truciolato, parquet o moquette.

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Nel 2004 la formaldeide è stata indicata dallo IARC tra i composti del gruppo I (cancerogeni certi). Essendo un agente con probabile azione cancerogena è raccomandabile un li-vello di concentrazione il più basso possibile. L’OMS ha fissato un valore guida pari a 0,1 mg/m3 (media su 30 minuti). I pannelli in truciolare contengono quindi colla ureica, sostanza che per anni e in modo continuo emette formaldeide. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro l’ha classificata come agente chimico “cancerogeno per l’uomo”. A differenza di quanto avviene in Germania e in Giappone, in Italia non esistono leggi che ne normalizzino l’emissione dai mobili. I pannelli contenente truciolare utilizzati dai produttori di mobili possono contenere questa sostanza in percentuali molto variabili: alcune aziende sensibili alla salute dell’ uomo e al rispetto dell’ ambiente, Valcucine e Scavolini per citare due importanti produttori, hanno scelto di utilizzare pannelli che rispettano in maniera rigorosa i valori limite stabiliti dalla più severa normativa al mondo: quella giapponese F ****. La riduzione al minimo di questa sostanza cancerogena passa quindi dall’attenta valutazione del consumatore dei materiali che i produttori hanno scelto di utilizzare.

 

 

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Alcuni misure indicate dal Ministero della salute per ridurre l’ esposizione alla formaldeide:

  • Eliminare o limitare, dove possibile, l’impiego di materiali contenenti formaldeide (tappezzerie, moquette, mobili in truciolato etc..).
  • Utilizzare prodotti a basso contenuto di formaldeide; ad esempio utilizzare prodotti a base di legno truciolare a minor emissione che contengono resine fenoliche, non a base di urea-formaldeide.
  • Aumentare la ventilazione, particolarmente dopo aver introdotto nuove fonti di formaldeide nell’ambiente confinato.
  • Utilizzare dispositivi di condizionamento dell’aria o deumidificatori per mantenere moderata la temperatura e ridurre i livelli di umidità (infatti il rilascio di formaldeide è tanto più elevato quanto più alte sono la temperatura e l’umidità )

 

Da aggiungere a queste, la comprovata utilità di utilizzare purificatori d’ aria o tenere in casa piante che aiutino a migliorare la qualità dell’aria. Ci sono delle piante da appartamento, che oltre ad abbellire le nostre abitazioni, danno un contributo importante nel purificare l ‘aria da agenti inquinanti :

Lingua di Suocera (Sansevieria trifasciata ‘Laurentii’)
Ficus (Ficus benjamina)
Crisantemo (Chrysantheium morifolium)
Aloe (Aloe vera)
Dracena (Dracaena marginata)
Dracena (Dracaena deremensis Warneckii)
Azalea (Rhododendron simsii)                                                                                                                                                                                                                              Pothos (Scindapsus aures)

Gerbera (Gerbera jamesonii)
Edera Comune (Hedera helix)
Filodendro (Philodendron oxycardium)
Palma di bamboo (Chamaedorea sefritzii)
Spatifillo (Spathiphyllum Mauna Loa)
Aglaonema (Aglaonema Crispum Deborah)
Falangio (Chlorophytum comosum)

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Purificatore d’aria : Bellaria di Falmec

 

 

VERNICI ED AMBIENTE

Per quanto riguarda le parti laccate o verniciate, è molto importante chiedere a chi ci propone gli arredi per la nostra abitazione, sia esso un produttore o rivenditore, con quale vernice viene ricoperto il mobile che ci porteremo a casa: si dedica molto tempo per la scelta del colore o dell’ effetto estetico dato da una certa verniciatura al legno con campioni e cartelle colori: il mio consiglio è di spendere qualche parola per chiedere una verniciatura il più biocompatibile possibile.

 

 

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Le vernici sintetiche
I mobili trattati con vernici sintetiche emettono infatti sostanze volatili tossiche all’interno delle nostre case, anche molto tempo dopo che sono stati acquistati. Per limitare drasticamente l’emissione delle sostanze tossiche emanate dai solventi sintetici, è importante che per gli arredi verniciati o laccati vengano utilizzati cicli di verniciatura all’acqua. Esistono anche finiture superficiali a base di olii e cere naturali.
L’utilizzo di vernici all’ acqua non è solamente auspicabile per mantenere un ambiente domestico sano , ma indispensabile per limitare l’inquinamento ambientale causato dalla produzione di mobili: un mobilificio di medie dimensioni immette nell’aria ogni giorno tonnellate di solventi potenzialmente cancerogeni, inquinando l’ambiente di lavoro e le aree limitrofe al sito attraverso l’evaporazione dei solventi sintetici contenuti nelle vernici. Questi solventi continuano una micro evaporazione anche dopo lungo tempo per cui anche l’ambiente dove viene ubicato il mobile subisce tale inquinamento. Chiedete che i vostri mobili vengano trattati con un ciclo di verniciatura all’acqua che riduce drasticamente la presenza di solventi sintetici ed elimina del tutto quelli aromatici considerati fortemente cancerogeni.

 

Abbiamo parlato di formaldeide e vernici, ma oltre a cercare i prodotti con il minor quantitativo di emissioni nocive per l’ uomo, è importante considerare anche altri aspetti: alcune certificazioni attestano che le materie utilizzate e i processi produttivi rispettino l’ ambiente e il lavoro dell’ uomo.

CERTIFICAZIONI AMBIENTALI
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E’ la norma internazionale da cui deriva una delle certificazioni ambientali più importanti.
L’ ISO 14001 garantisce:
che l’azienda rispetta tutte le leggi ambientali che riguardano il rumore, le emissioni tossiche, le emissioni di polveri, lo scarico delle acque.
che l’ azienda ha un sistema di smaltimento di rifiuti controllato e registrato
che l’ azienda si impegna per la riduzione dei consumi energetici e mette in atto progetti ed azioni rivolte a questo scopo
che l’ azienda è impegnata in progetti ambientali

Un altro fattore da non sottovalutare:
Se acquistate mobili in legno, assicuratevi che il legno sia certificato con marchio FSC o PEFC
La certificazione FSC garantisce infatti che il prodotto con etichetta FSC provenga da una foresta e da una filiera di approvvigionamento gestita in modo responsabile.
Per ottenere la certificazione FSC, è necessario rispettare dieci regole che coprono gli aspetti essenziali della gestione forestale responsabile. Queste regole si applicano in tutto il mondo, attraverso tutti gli ecosistemi e i sistemi culturali, politici e legali, con indicazioni specifiche fornite per l’interpretazione locale.
Analogamente PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes ) cioè il Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale, è un sistema di certificazione per la gestione sostenibile delle foreste.

 

 

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RIFLESSIONI :
la maggiore consapevolezza dei problemi ambientali degli ultimi anni e la sensibilizzazione verso la necessità di proteggere il nostro unico pianeta, hanno favorito un percorso verso prodotti più ecocompatibili in molti settori. Nel settore dell’ arredamento molte aziende si sono impegnate negli ultimi anni per contribuire alla salubrità del nostro habitat, oltre che alla tutela dell’ ambiente. Valcucine è stata in questo senso apripista, ancora in tempi lontani (erano gli anni ’80 contraddistinti da consumismo “usa e getta”), diventando un riferimento e modello per molte altre aziende.

Di contro, il diffondersi delle grandi catene di negozi ( GDO Grande Distribuzione Organizzata )che vende arredi a prezzi molto bassi, dovrebbe farci riflettere ancor di più sull’ aspetto etico nell’ acquisto dei mobili . Quando acquistate arredi di qualsiasi tipo valutate quindi non solo il prezzo o l’ estetica, ma considerate anche questi aspetti invisibili ma molto molto importanti per la salute dell’ uomo e del pianeta. Certo, sono aspetti difficili da misurare, va detto però che il prezzo è spesso il metro: un certo prodotto per avere un prezzo basso non potrà certamente utilizzare materiali e processi che rispettino la salute del’ uomo e dell’ambiente, o lo potrà fare solo in minima parte.
Va aggiunto che QUALITÀ = DURATA. Un prodotto economico è destinato a durare meno e quindi a finire in discarica molto prima e a gravare sulla qualità del nostro ambiente. ( anche nel caso i materiali che lo compongono possano essere in parte riciclati, ricordiamo che riciclare è un processo che comunque impoverisce la materia e richiede energia, quindi il riutilizzo e la lunga durata sono preferibili al riciclo).

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Anche la qualità estetica di un arredo progettato con cura e scelto dall’ acquirente con attenzione e meno superficialità ( quando il prezzo è basso si tende a valutare meno attentamente il prodotto che si sta acquistando ), durerà più a lungo, in quanto meno soggetto a mode passeggere, ma rispondente ai criteri del buon design.
Quindi meglio acquistare di meno ma in modo responsabile.

 

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Ergonomia in cucina

ERGONOMIA IN CUCINA

In questo articolo parliamo di ergonomia in cucina, ovvero delle distanze da considerare per permettere un giusto utilizzo degli arredi e degli spazi tra essi.
Quando si progetta una cucina, o qualsiasi altro ambiente della casa, l’ arredatore ha ben presente tutte le misure consigliate e le misure minime per poter muoversi agilmente negli spazi domestici.

La cucina è considerato il fulcro della casa, è un luogo che deve essere altamente funzionale oltre che piacevole. La cucina è l’ arredo che in una abitazione comporta la spesa più consistente, e che ha la più alta concentrazione di elettrodomestici, e quindi la progettazione della cucina merita una attenzione particolare, anche perché rimediare a degli errori non è facile, vista la complessità e unicità di ogni ambiente cucina.

 

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DISTANZE MINIME
A – Una distanza di 120cm fra il tavolo e la parete o qualsiasi altro elemento che determini un ostacolo, rappresenta la distanza minima richiesta per permettere una libera circolazione con andatura frontale, dietro una persona seduta. Può essere accettabile una distanza minima di 90 cm solo se si tratta di uno spazio non di passaggio. Bisogna infatti tener conto che una persona seduta occuperà dal bordo del tavolo uno spazio che varia dai 45 cm ai 60cm o più. Non si tratta di misure legate alla sola corporatura della persona o alle dimensioni di una specifica sedia, ma alle varie posture assunte nel corso di un pasto: molto spesso verso fine pasto, soprattutto nelle occasioni conviviali, si tenderà ad arretrare in una posizione più informale e arretrata, occupando quindi più spazio.
B – Per consentire ad una persona di lavorare ed eventualmente di aprire ante e cassetti dietro ad una persona seduta, è necessario prevedere una distanza minima di 135cm fra il bordo del tavolo ed il mobile. Se il mobile ha una profondità di 80cm, tale distanza va aumentata di 15cm.
C – Per stabilire le distanze utili fra i piani di lavoro e altri elementi posti davanti ad essi, è necessario tenere conto dello spazio da destinare ai movimenti delle persone e dell’ingombro determinato da elettrodomestici e basi con relativi cassetti e sportelli eventualmente aperti.
DDi fronte alla lavastoviglie va tenuto libero uno spazio di almeno un metro, per le operazioni di carico e scarico. Per consentire il passaggio di un’altra persona con andatura frontale durante queste operazioni, lo spazio libero va aumentato di altri 70cm se di fronte c’è una parete.

 

DISPOSIZIONE CUCINA
Il lavoro in cucina può essere molto faticoso, nonostante l’aiuto fornito da molti accessori e dagli elettrodomestici. Una buona organizzazione degli spazi può ridurre i percorsi “ad ostacoli” ed i movimenti innaturali e inutili. La disposizione delle varie zone della cucina, il rispetto delle distanze, l’organizzazione di percorsi razionali sono quindi i punti di partenza per fare del lavoro in cucina un’attività creativa e divertente. Una regola molto semplice è quella di unire la zona conservazione (dispensa, frigorifero), la zona lavaggio (lavello, lavastoviglie) e la zona cottura (piano cottura), per mezzo di triangoli di lavoro di piccole dimensioni. La somma dei tre lati che le uniscono non dovrebbe superare i 650cm. In una disposizione ottimale della cucina le tre zone devono essere intervallate da piani di lavoro.

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ALTEZZA DEL PIANO CUCINA
Lavorare in piedi davanti ad un piano troppo basso o troppo alto, obbliga ad assumere posizioni scorrette che, a lungo andare, possono avere gravi conseguenze per la nostra salute fisica. Visto il progressivo aumento della statura media dell’uomo, è opportuno che anche l’altezza dei piani della cucina vari in base alle esigenze dell’utilizzatore. In questo modo egli potrà lavorare più comodamente. È importante decidere a priori l’altezza del piano di lavoro, perché essa determina anche la posizione delle prese di corrente, la posizione dei pensili e l’altezza del foro della cappa.

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PROFONDITA’ DEL PIANO CUCINA

La tradizionale profondità delle basi di 60cm, si è evoluta verso misure superiori e più ergonomiche.
Un consiglio: quasi sempre raccomandiamo ai nostri clienti una profondità del piano di 65cm, che oltre ad aumentare la superficie del piano, permette di distanziare il piano cottura dallo schienale rendendo meno problematico l’uso dei fuochi collocati dietro, oltre a rendere più agevole la pulizia. Aumentando la profondità delle basi è anche possibile abbassare i pensili, che risultano così in una posizione più ergonomica.A ltro vantaggio è quello di ottenere un vuoto tra le basi e la parete di 5 cm che può tornare utile nel caso si debba spostare gli impianti idraulici esternamente senza dover ricorrere a lavori di muratura.

Le indicazioni e proposte che seguono, sono frutto di una costante ricerca portata avanti da Valcucine. E’ proprio partendo da un’ accurato studio ergonomico, affiancato alle migliori tecnologie e alla ricerca estetica, che Valcucine ha inventato nel corso degli anni soluzioni innovative e più funzionali rispetto a ciò che erano considerati gli standard. Molti produttori di cucine non propongono profondità di  80cm  e tanto meno elementi che citerò in seguito. E’ doveroso però conoscere quali siano le soluzioni possibili per poter valutare accuratamente l’ acquisto di una cucina.

A – Per la profondità tradizionale di 60cm, l’altezza dello schienale consigliata è 54cm, misura necessaria per permettere una sufficiente visibilità sul piano di lavoro. Il pensile però provoca un senso di chiusura e la sua posizione rende difficoltosa la visibilità e la prensione del contenuto.
B – Aumentando la profondità della base a 65cm, è possibile abbassare il pensile che risulta più facilmente visibile e raggiungibile. Si determina così un minore senso di chiusura e una migliore visibilità sul piano di lavoro. L’altezza dello schienale consigliata è 48cm.
C – La profondità 80cm, che abbina alla base da 60cm uno speciale canale attrezzato, permette una maggiore visibilità sul piano di lavoro. La distanza consigliata dei pensili dal piano è di 42cm. Il contenuto del pensile risulta completamente visibile e accessibile anche nei ripiani superiori.

 

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La profondità 80: Logica System di Valcucine – i vantaggi

 

 

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A– Con la tradizionale profondità 60cm, nonostante la maggiore altezza dello schienale, il pensile dà una sensazione di chiusura ed ostacola la visuale sul piano di lavoro durante la preparazione dei cibi.
B– La profondità 80cm offre la possibilità di lavorare in uno spazio più aperto, lontani da spigoli e pensili, eliminando il senso di costrizione, dando una maggiore libertà di movimento e migliorando la visuale sul piano di lavoro, che viene utilizzato per l’intera superficie.
C– Un pensile tradizionale è collocato normalmente ad un’altezza che impedisce una completa visuale degli oggetti posti sul ripiano superiore, rendendone poco agevole l’utilizzo, in particolar modo alle persone di bassa statura.
D– La profondità 80cm consente di allontanarsi dai pensili e di abbassarli, rendendoli più visibili ed accessibili, aumentando contemporaneamente lo spazio antistante.

E– I pensili con apertura delle ante di tipo tradizionale, costituiscono un ostacolo e provocano un senso di costrizione.Inoltre, poiché spesso l’anta rimane aperta, è molto probabile negli spostamenti procurarsi contusioni alla testa.
F– L’anta basculante può rimanere aperta durante tutte le fasi del lavoro e permette di muoversi lateralmente e di chinarsi senza pericolo di procurarsi contusioni.
G– Lo scolapiatti posizionato ad un’altezza tradizionale è scomodo: il movimento per riporre i piatti appena lavati è innaturale e faticoso, il gocciolamento lungo il braccio inevitabile.
Lo scolapiatti ancorato al pensile non è agevole da pulire.
H– La profondità 80 permette di inserire lo scolapiatti all’interno del canale, dietro al lavello. Si ha la possibilità di riporre i piatti evitando il faticoso sollevamento delle stoviglie e il gocciolamento lungo le braccia. Lo scolapiatti è collegato direttamente al sifone per lo scolo dell’acqua.

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I– Nelle cucine tradizionali la cappa è di solito troppo vicina al volto e impedisce di chinarsi sopra le pentole per verificare il procedere della cottura.
L -La cappa Libera di Valcucine, con la sua forma slanciata verso l’alto, libera la visuale e dà la possibilità di avvicinarsi più comodamente e in completa sicurezza alla zona fuochi per controllare l’andamento della cottura dei cibi.

 

Oltre alle dimensioni e al posizionamento degli elementi che la compongono, una cucina può considerarsi veramente funzionale se anche gli elementi che la formano sono comodi da utilizzare: un esempio su tutti  riguarda gli elementi estraibili: senza dubbio il lavoro in cucina è semplificato se si scelgono basi con cassetti e cestoni estraibili, piuttosto che basi con le tradizionali ante. Esistono poi molte soluzioni interessanti per sfruttare comodamente lo spazio nelle cucine ad angolo…ma di questo argomento parleremo in un altro articolo…

 

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